E’ ormai cosa nota che la Vitamina D sia fondamentale per diversi processi: rinforza le ossa, mantiene in salute cuore e tiroide e riduce le infiammazioni. Alcuni studi ne hanno anche evidenziato possibili funzioni a livello del sistema nervoso centrale, cardiovascolare e immunitario. La Vitamina D è presente nel corpo umano in due forme: la vitamina D2 (Ergocalciferolo), assunta attraverso l’alimentazione, e la vitamina D3 (Colecalciferolo), ormone sintetizzato dall’organismo a livello cutaneo grazie all’esposizione ai raggi ultravioletti B (UVB). La carenza di vitamina D è piuttosto diffusa a livello globale e si stima che il 70% della popolazione italiana ne sia affetto durante i mesi invernali. Ma perché questa carenza è così diffusa? I motivi vanno ricercati da un lato nella difficoltà di ottenere un’adeguata esposizione alla luce solare, soprattutto durante la stagione invernale, e dall’altro nella scarsa efficacia compensativa degli alimenti che si assumono normalmente in quanto quelli a maggior contenuto di vitamina D sono i pesci grassi come il salmone, il tuorlo d’uovo e alcuni funghi, cibi che non possiamo mangiare quotidianamente in gran quantità.
Quali sono dunque gli effetti negativi della carenza di Vitamina D? Tra le conseguenze più frequenti vi sono alcune patologie legate al metabolismo osseo come rachitismo e osteoporosi e la parodontite, patologia dentale causata dall’indebolimento delle ossa mascellari. Il deficit di vitamina D sembra connesso anche con altre condizioni mediche quali diabete e ipertensione e alcuni studi hanno messo in evidenza un rapporto tra la sua carenza e disturbi cutanei quali prurito, orticaria e allergie. Esistono inoltre alcuni fattori di rischio che possono favorire la carenza di questa importante vitamina: fumo di sigaretta, età avanzata, obesità, celiachia, morbo di Crohn, insufficienza renale ed epatica.
Come possiamo capire se siamo poveri di vitamina D? La carenza è asintomatica e si manifesta soltanto quando il deficit è molto grave con dolore a ossa, articolazioni e muscoli, ossa fragili, stato confusionale, stanchezza, ansia e disturbi del sonno. La diagnosi avviene quindi principalmente tramite esame del sangue: valori adeguati sono compresi tra i 30 e i 100 ng/ml.
Nel caso in cui il medico confermi il deficit è consigliabile, per risolvere più velocemente il problema, assumere integratori specifici seguendo scrupolosamente il consiglio del medico o del farmacista onde evitare possibili spiacevoli effetti collaterali che un’assunzione eccessiva di vitamina D potrebbe comportare
