I DISTURBI DEL SONNO

- Categoria: Salute

Non sempre dormire viene visto positivamente. In realtà la scienza ci dice che è utile, anzi fonte di benessere, non solo il sonno notturno, ma anche il riposo pomeridiano.

Secondo la National Sleep Foundation di Washington l’85% dei mammiferi dorme per brevi periodi durante il giorno. Anche alcune persone lo fanno ma, travolti dai ritmi frenetici, pochi di noi ci riescono e, se lo facciamo, ci sentiamo in colpa per aver “sprecato del tempo”.

La scienza però ci dice che dovremmo fare più sonnellini, perché possono contribuire concretamente alla nostra salute abbattendo lo stress. Questo, per altro, non è l’unico vantaggio; infatti diverse ricerche scientifiche sostengono che anche solo 30 minuti di riposo nell’arco della giornata possono regalare diversi benefici:

• Rimediare in parte agli effetti negativi del cattivo o scarso sonno notturno.

• Migliorare la salute del sistema cardiovascolare e aumentare la longevità. Alcune ricerche sostengono infatti che la probabilità di morire di malattia coronarica si riduce di circa il 35%.

• Contribuire a migliori performance di memoria, apprendimento ma anche lavorative.

• Ridurre il rischio di incidenti stradali e di infortuni sul lavoro poiché il sonno facilita la concentrazione.

• Incidere positivamente sull’umore e rinforzare il sistema immunitario.

Concedersi un sonnellino è particolarmente consigliato se si è dormito poco e male, si è sotto stress, di cattivo umore, si devono affrontare ore di studio o momenti di lavoro sfidanti, se vogliamo fissare i ricordi in modo più efficace e non solo per ricordi relativi a contenuti, ma anche immunologici: la scienza afferma infatti che dormire aiuta il nostro organismo a difendersi in caso di aggressione da parte di virus e batteri.

Il sistema nervoso centrale e quello immunitario sono molto diversi ma anche molto simili: infatti entrambi sono dotati di una capacità d’immagazzinamento dei “dati” limitata, la memoria viene prima codificata in un deposito temporaneo, poi trasferita in un magazzino a lungo termine e quindi sintetizzata in pochi dati essenziali, che potranno tornare utili in situazioni più o meno simili a quelle in cui è avvenuta la prima “registrazione”.

Il sonno, soprattutto quello profondo, rafforza questo processo di memorizzazione, probabilmente attraverso la riduzione del rilascio di un ormone chiamato Cortisolo, come spiega una revisione pubblicata su “Trends in Neurosciences” da Jan Born ed altri studiosi tedeschi dell’Università di Tubinga.

Non è tuttavia semplice avere un buon sonno; abitudini sbagliate, sregolatezza e ambienti disturbanti possono essere ostacoli concreti. Fare una buona igiene del sonno guidati da uno specialista (ci sono psicoterapeuti specializzati nel trattare i disturbi del sonno) e aiutarsi con prodotti specifici, chiedendo consiglio al proprio medico o al proprio farmacista di fiducia, può restituirci un riposo rigenerante.

Cose da far subito in autonomia possono essere:

• Creare delle routine serali, come una buona tisana e la lettura di qualche pagina di un libro, sempre alla stessa ora, prima di chiudere gli occhi.

• Sospendere l’uso di computer e smartphone almeno mezz’ora prima di dormire.

• Creare un ambiente favorevole al sonno con pochi rumori, una temperatura né troppo alta né troppo bassa e un’illuminazione scarsa.

Possiamo quindi affermare con forza, anche a chi ci accusa di pigrizia perché vogliamo riposare un po’ al pomeriggio o dormire per 7/8 ore per notte, che un buon sonno contribuisce alla nostra salute!