Arriva la “bella stagione” ma non tutto l’organismo ne beneficia, soprattutto se si è predisposti
a problemi di circolazione agli arti inferiori: il caldo, infatti, determina vasodilatazione.
Normalmente, il sangue venoso delle gambe deve compiere un percorso contro la forza di gravità per
tornare al cuore; a favorire questo cammino contribuiscono una certa pressione venosa, particolari valvole
dei vasi, il tono dei vasi stessi, una corretta deambulazione. Le valvole impediscono la ricaduta del
sangue che circola verso l’alto, il tono dei vasi favorisce la circolazione e limita la stasi sanguigna mentre
la corretta deambulazione favorisce il funzionamento della “pompa muscolare” (piede-polpaccio): la
giusta pressione sul piede spinge il sangue verso l’alto, la contrazione del muscolo del polpaccio esercita
pressione sui vasi aiutando il sangue a salire.
La vasodilatazione indotta dal caldo si oppone al ritorno venoso e può determinare problemi come il
gonfiore alle caviglie o all’intera gamba, perché le pareti vasali dilatate e la stasi venosa determinano
uscita di liquidi nello spazio extra vascolare; può determinare anche teleangectasie (capillari visibili)
ed anche varici, entrambe dovute a perdita di elasticità dei vasi e dilatazione permanente. Inoltre, la
stasi venosa comporta anche il venir meno di uno dei fattori che limitano la coagulazione del sangue
intravasale, ossia la velocità del flusso: dunque possono formarsi piccoli trombi che possono arrivare
anche alla circolazione polmonare con serie conseguenze.
È la predisposizione genetica (ereditarietà) che svolge un ruolo fondamentale nell’insorgenza delle
patologie di questo tipo ma il tutto è aggravato da altri fattori: età, sedentarietà, problemi deambulatori,
scorrette abitudini alimentari, elevata temperatura ambientale, stare in piedi a lungo, posizione da seduti
scorretta e prolungata, utilizzo di calzature che non favoriscono la corretta deambulazione (es. scarpe
con tacchi alti).
È opportuno dunque aiutare i nostri vasi sanguigni facendo ricorso ai “vasoprotettori”.
Queste sostanze possono essere applicate sulla cute, nei casi più lievi, o assunte per via orale e agiscono
rinforzando le pareti venose, diminuendo la loro distensibilità e permeabilità limitando così la stasi
venosa e l’accumulo di liquidi extravascolari.
I vasoprotettori più funzionali sono di origine naturale: Diosmina ed Esperidina (dagli
agrumi), Ruscogenine (dal Rusco), Escina (dall’Ippocastano) e sono da citare anche
i fitocomplessi presenti nell’Amamelide, nella Vite rossa e nella Centella asiatica.
